Viticoltura Mondiale
GIANFRANCO TEMPESTA
MONICA FIORILO
1. Viticoltura matrice (A1,A2)
In base all’evoluzione della viticoltura, abbiamo denominato al primo insediamento “Viticoltura Matrice”, base degli “archetipi” e “prototipi” che ne configurano l’attualità (figura 4.2 Insediamenti viticoli in Europa, Nord Africa e Vicino Oriente).
Questa, per evoluzione storica, sociale, economica e di condizionamento religioso (1) (A2) si è differenziata in quelle tipologie di utilizzo oggi codificate in viticoltura per uva da vino, per uva da mensa e per uva passa (tabella 4.2: Superficie vitata Europa, Vicino Oriente e Nord Africa).
Alcune superfici a vino hanno acquisito riconosciuti valori di territorio (DO): altre, identità territoriali più estese e vincoli meno limitanti (IG) e infine, le rimanenti sono dedite a vini di consumo corrente (“vini da tavola”).
Il comparto in quanto sorretto e finanziato, se pur parzialmente da pubblico denaro ha incrostato vincoli e normative che limitano gli impianti a diritti storici (“Diritti d’impianto” - oggi concessioni).
L’ insieme delle superfici a DO, IG, altri vini e riserve di diritti d’impianto danno il “potenziale produttivo” come da tabella 4.3 Superfice Vitata dei paesi U.E. per tipologia di vino e diritti di impianto 2013.
(1) Ne è esempio eclatante la sparizione della viticoltura da vino in Turchia con la caduta dell’Impero Romano di Oriente (1453) e, in tempi recenti, la viticoltura da vino nei Paesi del Maghreb e significativamente nell’Algeria che durante la colonizzazione francese aveva ben 396.000 ettari a vigneto con una produzione annuale di circa 18 milioni di ettolitri. Dopo l’indipendenza del Paese, avvenuta nel 1962, la maggior parte dei vigneti è stata estirpata. I Paesi islamici, infatti, dedicano la viticoltura alla produzione di uve da mensa e da appassimento.
Altro esempio significativo è l’implosione delle viticolture dell’Europa dell’Est come conseguenza dei cambiamenti politici e socio-economici causati dalla caduta di regimi ad economia centralizzata.
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