Economia Vitivinicola Italiana
GIANFRANCO TEMPESTA
MONICA FIORILO
ECONOMIA VITIVINICOLA ITALIANA
3. CRITICITÀ DEL SISTEMA
Il calo del potenziale produttivo di uva da vino è fisiologico data la succitata polverizzazione strutturale e, come vedremo, la redditività negativa di molta parte della sua viticoltura.
In altre parole, non sono gli incentivi pubblici a determinare l’abbandono dei vigneti marginali ma:
il cambio generazionale;
il mancato margine di guadagno;
l’abbandono dei vigneti situati fuori dai distretti viticoli (1).
La ricerca “a monte” della filiera, distinta in pubblica e privata, è frazionata per quanto riguarda il settore pubblico in diverse realtà. Istituzioni con problemi di risorse economiche, oggi impegnate nella difficile individuazione di soggetti privati per la compartecipazione dei progetti.
Per quanto al segmento “vivaismo”, dedicheremo ampio spazio nel proprio capitolo.
Il sistema vitivinicolo italiano ed europeo, quindi, da un lato tenta la difesa della peculiarità e tipicità del prodotto” vino” come valore simbolico (fondamentale per i paesi che aderiscono all’OIV) e dall’altro si confronta in un libero mercato mondiale con attori (players) che utilizzano schemi, tecniche enologiche e politiche di marketing più liberali e aggressive.
La conoscenza delle variabili del modello matematico (algoritmo), le interrelazioni, il loro peso e l’analisi in dettaglio del mercato, ci aiutano a creare una corretta visione dell’universo.
I parametri che fotografano il sistema vitivinicolo spesso non concordano, in quanto le diverse fonti usano universi statistici, metodologie ed elaborazioni differenti. (2)
(1) Il “distretto” viene definito come “… un particolare raggruppamento di imprese specializzate in un complesso processo produttivo e strettamente legate al sistema delle relazioni sociali, istituzionali e ambientali instaurate, sedimentate e strutturate, nel tempo e nello spazio, tra gli attori presenti sul territorio e il territorio stesso.” (Zucchetti S.2002)
Per quanto riguarda il settore vitienologico, il “distretto” comporta una plusvalenza economica grazie a quei valori commerciali e d’immagine consolidati nel tempo; ugualmente è visto come un sistema di tradizioni e di legame col territorio che assume valenza di marketing.
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